La questione del “fund raising” e i legami con la modalità di gestione

La definizione delle risorse a cui può attingere un Urban Center e i suoi modelli di gestione sono delicati temi di dibattito per strutture che si occupano di comunicare le trasformazioni urbane e di creare il consenso intorno ad esse e che allo stesso tempo si propongono come arene neutrali di discussione o addirittura di accompagnamento alle trasformazioni.

Intorno a questo tema centrale si pongono diverse domande: quanto influisce nei processi decisionali il rapporto con la pubblica amministrazione, da cui dipendono la maggior parte degli Urban Center italiani; quali attività sono prioritarie in un Urban Center e quali parti del budget è necessario destinare ad esse; quali elementi possono essere attrattivi per ottenere finanziamenti privati. E ancora, a partire dagli esempi anglosassoni, come possono gli Urban Center autofinanziarsi; quali modalità di fund raising possono essere adottate e quali principali attori possono essere coinvolti.

Il modello del soggetto ispiratore (e finanziatore) in partenariato pubblico-privato sembra quello in grado di offrire allo stato attuale le migliori prospettive; in Urban Center di recente formazione (Torino, Bologna, Ravenna) alle amministrazioni comunali si affiancano altri attori “solvibili” e sensibili alla messa a punto dell’intero “ciclo del progetto” (dall’ideazione alla gestione) qualiFondazioni bancarie, Camere di Commercio, Società di produzione e erogazione di beni e servizi di interesse generale , Università pubbliche e private, altri enti di ricerca, gruppi economici operanti in settori specifici, Società di scopo private o miste.

Dal confronto delle esperienze emerge la necessità di perseguire un modello di finanziamento a geometria variabile con alcuni soggetti più interessati a sostenere le strutture in funzione di obiettivi a medio-lungo termine e altri legati a singoli programmi d’intervento o progetti dotati di tempi, finanziamenti, protagonisti certi. Importante è il ruolo della PA (e dell’UC collegato) come soggetto garante della praticabilità e capacità di implementazione delle operazioni.

Sul versante del privato “convenzionale”, l’UC sarà finanziabile dai promoters e altri investitori se si propone come veicolo certificato e rassicurante per la contemperazione dei conflitti, un facilitatore per il conseguimento di ampie basi di consenso.

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